La Madonna della strada


“Madonnina” è il dipinto di fama mondiale a cui è legato il nome del pittore dalmata Roberto Ferruzzi (1853-1934), che la eseguì a Luvigliano, sui Colli Euganei. e con il quale vinse, nel 1897, la seconda Biennale di Venezia, alla quale aveva partecipato con l'intento di rappresentare la Maternità. Grazie alla straordinaria dolcezza espressiva, il dipinto ebbe un enorme successo popolare tanto che il nome originale  di “Maternità”, venne cambiato, a furor di popolo, in “Madonnina”. Fu subito acquistato per trentamila lire, una cifra astronomica per quei tempi. Più volte rivenduto, venne acquistato dai Fratelli Alinari, proprietari della nota casa Fotografica. Prima di rivenderlo, si riservarono il diritto di riproduzione di ogni tipo, tanto che la fama dell'opera superò quella dell'autore. Dell'originale si persero però le tracce: acquistato da una americano, sembra sia perito con l'affondamento della nave che lo trasportava in America. Alcuni  sostengono a causa di una tempesta, altri per siluramento dei tedeschi. Non è più un mistero invece l'identità dei personaggi ritratti. Modella ispiratrice del quadro di Madonnina, infatti, fu una giovinetta di Luvigliano, Angelina Cian, che teneva in braccio il fratellino Giovanni, di pochi mesi. Ferruzzi, colpito da tanta tenera visione, immortalò su tela la bellezza di tale immagine, con l'intento di rappresentare la Maternità. All'epoca del ritratto Angelina aveva solo 11 anni e, come era costume di allora, nelle famiglie numerose, le bambine più grandicelle dovevano trasformarsi in mamme a tempo pieno ed occuparsi dei fratellini più piccoli. Un bambino tra le braccia di una bambina: forse fu proprio questo aspetto che ispirò il Ferruzzi, il quale attraverso la sua arte cercò di sublimare la fatica quotidiana di questa giovane ragazza. 
Caratteristiche principali di questa immagine sono la straordinaria dolcezza espressiva e la toccante umanità dei due soggetti. Il bimbo addormentato, completamente abbandonato tra le braccia della madre, avvolta in una mantella blu, che, con lo sguardo fisso in un punto infinito, sembra affidare alla Provvidenza non solo le sorti della sua creatura, ma anche quella della sua stessa esistenza. Qualcosa di indefinibile colpisce lo spettatore che non riesce ad allontanare lo sguardo dall'immagine, anzi vi si sofferma con più attenzione per separare gli elementi umani da quelli divini, senza però riuscirci.

Ho riprodotto questa tenerissima immagine in uno dei miei primi esperimenti con i mosaici figurativi e questo è il risultato ottenuto! Il mosaico, composto da tessere in ceramica smaltata e racchiuso in una cornice dorata, misura 60x60 cm circa.



Al prossimo post!!!